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Sudan, qualche notizia

Nella capitale Khartoum e in altre città del Sudan i due rivali politici si affrontano con carri armati e armi pesanti seminando la guerra civile.

Guerra civile in Sudan: uno sguardo al recente passato

Ho vissuto qualche tempo da quelle parti, nei campi profughi alla frontiera col Tchad (Ciad), ce ne erano già una dozzina con 20.000 ospiti in ognuno, in pieno deserto. Fuggivano dalla regione del Darfur (terra della tribù dei Fur, uno dei 18 wilayat che compongono il paese). Fuggivano dalle mani dei janjaweed (“diavoli a cavallo”) che con l’aiuto di armi e aerei russi li massacravano sistematicamente. Non si fanno statistiche dei morti lì, ma le cifre erano a 4 zeri. Quella volta comandava Al-Bashir (ex Presidente e dittatore del Sudan) e la legge era quella coranica, la shariʿah.

Il Sudan di fine XIX secolo: l’assedio di Khartum

Voi tutti conoscerete la storia del Generale britannico Gordon (a capo delle forze egiziane) e dell’assedio di Khartum (marzo 1884 – gennaio 1885) da parte del Madhi (capo religioso e politico sudanese): il Sudan fu inglese e ancora oggi con l’arabo è la lingua più parlata (i dialetti sono ancora 125).

Il Sudan in numeri

Per dare un’idea: la superficie del Sudan è di circa 6 volte superiore a quella dell’Italia ma i suoi abitanti sono 15 milioni in meno rispetto a noi! La speranza di vita per chi nasce in Sudan è di 15 anni inferiore rispetto a quella italiana (f. 67 u. 63). Il 40 % della popolazione sudanese ha meno di 15 anni ed io in quella terra, dodici anni fa, ero considerato già abuna – anziano.

In compenso la capitale ha 16 milioni di abitanti e il 44% si concentra nelle città. Si può dire che il deserto è davvero deserto, con 24 ab per kmq. Medici ce ne sono pochissimi e, d’altro canto, i cellulari sono molti di più dei medici. La mortalità infantile è del 40 per mille (da noi il 3). Se muore un bambino non si fanno tanti pianti e non c’è né funerale, né bara, né cimitero… ma una buca lungo la pista e si ricomincia.

Le radici del conflitto in Sudan

Ora chi può scappa, tutto è cominciato senza preavviso: improvvisi colpi, esplosioni e via la guerra. Le forze armate sudanesi (SAF), le cosiddette legali, sono in battaglia con le forze di supporto rapido (RSF), mentre tutti pensavano che ormai fosse impossibile una cosa del genere e che il peggio fosse passato. Sembrava una ribellione e che tutto sarebbe finito in 24 ore. Invece eccoli ancora lì, senza prospettive di pace, di accordi e di cessate-il-fuoco temporaneo

Il Sudan e i semi della guerra civile

Sembravano d’accordo ad incontrarsi le 42 parti interessate per firmare un patto politico per un altro passo in avanti per la democrazia. Ma le tensioni fra RSF e SAF sono esplose in violenze. Le componenti militari che si erano unite nel 2019 per buttar giù il presidente al-Bashir, non hanno più voluto collaborare. Oltre alle loro beghe hanno soffiato sul fuoco gli islamisti associati all’ex regime.

Battaglia di Khartum

Così si è vanificata la speranza di un governo di transizione per imboccare la strada della democrazia. …e il 15 aprile 2023 tutto è saltato e hanno preso voce le armi, con una particolar intensità a Khartum e in Darfur. Tutto improvvisamente è saltato: elettricità, acqua, cibo, rifornimenti alimentari, sicurezza, benzina, ospedali. E allora chi può scappa verso le frontiere per cercare vita, riposo, stabilità, ancora una volta.

Gli attori dell’establishment militare in Sudan

I due leaders rivali, i generali Abdel Fattah al-Burhan, comandante in capo delle Forze Armate Sudanesi (SAF) e Mohamed Hamdan Dagalo, detto “Hemedti”, capo delle Forze di Supporto Rapido (RSF), non vogliono ancora sedersi ai tavoli nonostante le ripetute tregue, vogliono forse alzare la posta. Se continua così sarà una grande minaccia per tutta la regione: già decine di migliaia di stranieri e sudanesi hanno lasciato il paese verso il Sud Sudan, l’Egitto, il Tchad. Il Paese corre un grave rischio di implosione, ma se sarà così il peggio deve ancora venire.

Gli interessi legati alla guerra civile in Sudan

Cui prodest? La Cina è interessata alla grande, ennesima diga sul Nilo per le industrie lì vicine; la Russia per l’acquisto dell’oro sudanese; i jihadisti rivogliono il potere e infine i generali vogliono coprire i loro massacri…


GLOSSARIO

Wilayat = divisione amministrativa; a seconda del Paese, si può tradurre come “regione”, “stato”, “provincia”

Janjaweed = milizie filogovernative coinvolte nella guerra civile della regione del Darfur in Sudan

Abuna = titolo onorifico per un sacerdote

SAF (Sudanese Armed Forces) = forze militari della Repubblica del Sudan

RSF (Rapid Support Forces) = organizzazione paramilitare Sudanese; entità paramilitare creata per combattere i movimenti di opposizione in Darfur. I miliziani sono noti come Janjaweed


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